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Università degli Studi di Lecce

Foto del Prof. SCE

Prof. Michele Sce

Tirano (SO) 27/10/29 - Milano 08/09/93

"Ciò che val la pena di esser fatto deve essere fatto, a costo di non esser fatto al meglio".

Intervento del Prof. Renzo Piccinini su alcune fasi importanti della carriera del Prof. Michele Sce.
(Facoltà di Scienze, Università di Milano - novembre 1993)


Michele Sce, laureatosi in Matematica con 110/110 e Lode all'Università di Pisa nel 1951, fece subito un anno di specializzazione alla Scuola Normale Superiore di Pisa e poi divenne borsista (e anche Assistente per esercitazioni di Geometria Superiore) all'Istituto di Alta matematica "Francesco Severi" di Roma (1952-1955).
Nel 1955 divenne anche Assistente di Cattedra all'Università di Milano, alla quale rimase sempre legato.
Nel 1958 divenne Libero Docente in Geometria Analitica con Elementi di Geometria Proiettiva e nel 1959, Libero Docente in Algebra Superiore.
Nel 1959 vinse il prestigioso Premio Bonavera dell'Accademia delle Scienze di Torino.
Nel 1962 passò a fare parte del Laboratorio di Ricerche Elettroniche della Olivetti (prima a Borgolombardo, poi a Pregnana) e nel 1966 divenne Direttore del Gruppo di Consulenza Matematica della Divisione Ricerca e Sviluppo della Olivetti ad Ivrea.
Dal 1970 al 1976 fu incaricato del corso di Calcolo delle Probabilità all'Università di Milano.
Dal 1973 al 1976 lavorò in tecniche di campionamento come Direttore del Reparto Statistico della A.C. Nielsen Company di Milano.
Nel 1976 vinse la cattedra, facendo lo straordinariato prima a Lecce, poi a Torino, ritornando a Milano come Ordinario di Geometria nel 1979.
Durante tutti quegli anni, Michele Sce dette un contributo scientifico rilevante a diversi rami della Matematica: in Algebra, Analisi, Geometria, Teoria dei Numeri, Probabilità e Teoria dell'Informazione (in quest'ultima, nella difficile questione del riconoscimento dei caratteri).
Questa diversità di interessi si riflette naturalmente nei suoi lavori scientifici, pubblicati in riviste di altissimo livello internazionale. Probabilmente è stata proprio questa sua disposizione a vedere la Matematica come una scienza unitaria che gli ha permesso di scrivere il suo bellissimo Dizionario di Matematica, un'imponente opera di consultazione pubblicata dalla Rizzoli, che chiaramente rivela l'immensa cultura matematica e scientifica dello Sce.
Uomo di curiosità intensa, seguiva con interesse i progressi della ricerca Matematica in tanti rami; è un vero peccato che egli non sarà presente al seminario che si terrà nel Dipartimento di Matematica della nostra Università sulla dimostrazione dell'ultimo Teorema di Fermat, un risultato che ha sfidato l'intelletto umano per ben 350 anni! A Sce sarebbe piaciuto sapere che il vecchio Fermat aveva ragione! C'è anche un aspetto del lavoro di Michele Sce che voglio ricordare: quello del suo interesse per i problemi dell'Università in generale, dell'Università come servizio verso la società più vasta e della didattica come aspetto importante di questo servizio. Permettetemi ora alcune riflessioni di carattere personale. Ho conosciuto personalmente Michele Sce nell'estate del 1989, occasione in cui venni a Milano per la mia intervista nel Dipartimento di Matematica.
In questi quattro anni stabilii con Michele un rapporto di amicizia e collaborazione molto profondo. Subito ammirai nello Sce non solo la sua profonda cultura matematica e generale (ricordo di essere rimasto colpito dalle conoscenze di Sce nei vari temi della letteratura del Brasile e del Portogallo), ma anche la sua profonda onestà e coerenza intellettuale. Lo Sce era un uomo la cui franchezza molte volte sconcertava ma non offendeva mai, perchè profondamente giusta ed onesta.
Uomo di grande spirito, aveva sempre la battuta giusta che diceva con gusto all'inglese, "tongue in cheek"... Quando questo succedeva, i suoi occhi si riempivano di una luce birichina che non dimenticherò mai!


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